Don Dolindo
Don Dolindo Ruotolo (1882-1970) è stato un sacerdote napoletano del Millenovecento. Il suo nome è legato alle moltissime prove e tribolazioni che ha dovuto affrontare nel corso del suo esistere pur di raggiungere il cuore del Cristo.
Figlio di una famiglia della buona borghesia napoletana, visse la povertà e tante altre difficoltà, ma nulla gli impedì di vivere una fede sentita ed autentica alla sequela del Padre celeste.
Membro della Congregazione della Missione che ha come fondatore San Vincenzo de Paoli, viene ordinato sacerdote il 24 giugno 1905.
Viste le buone propensioni intellettuali, da subito, è indirizzato all'insegnamento della teologia e di altre materie affini.
Per una serie di vicissitudini si ascrisse al clero diocesano prendendo dimora ed apostolato presso la rettoria di San Giuseppe dei Nudi a Napoli.
Fu un autore molto prolifico: dal Commento alla Sacra Scrittura in trentatré volumi, a molte altre opere a carattere devozionale o ascetico.
Terziario francescano visse povero, umile, casto.
Chi lo ha conosciuto lo ricorda come l'uomo della mitezza e della preghiera.
Innamorato della Madonna ne divulgò la devozione con la parola e gli Scritti, tra cui alcuni dedicati alla preghiera del Santo Rosario, preghiera da lui particolarmente amata.
Oltre a ciò la sua spiritualità si contraddistingue per una forte amore al Cuore di Gesù ed uno speciale affidamento alla sua intercessione. Di particolare spessore è la preghiera scritta dal sacerdote e chiamata Atto di abbandono.
Composta dopo una serie di vicende dolorose che toccarono la sua vita religiosa ed umana, rappresenta il frutto della propria ascesi mistica.